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La nostra storia

La pizza nel cuore di Trastevere

L’edificio in cui vi trovate fu costruito nei primi anni del 1600 e, costituito da un solo piano, veniva utilizzato come stalla dove dormivano i cavalli e venivano sistemati carri e attrezzi da lavoro. Immaginatevi quindi un luogo alquanto buio e probabilmente maleodorante, ricoperto di fieno in cui i contadini ed allevatori del vicolo tenevano i loro animali e gli utensili che servivano per lavorare. Le vie a quei tempi non avevano numeri civici ma a causa della peste che colpì la capitale nel 1657 si pensò di numerare gli ingressi per facilitare i medici nella visita agli ammalati. Per questo l’edificio acquisì i suoi numeri civici precisamente dal 45 al 49 proprio in quel periodo.
Nella seconda metà del 1800 il palazzetto era di proprietà di un certo Sign. Vincenzoni che l’aveva adibito a stalla per le vacche. Gli animali fornivano i beni alimentari del latte e del formaggio e venivano utilizzati dai contadini per il trasporto di acqua e legna da ardere. Oltre la vicinissima porta Settimiana (fine Via della Scala), dove si trova ora la John Cabot University, sul finire del 1800 era aperta campagna ed era proprio lì che il nostro Vincenzoni portava al pascolo le sue mucche. Nel 1894 la stalla viene ingrandita e migliorata e venduta al nuovo proprietario, il signor Federici.
L’archivio capitolino ci racconta che nel 1900 l’edificio era stato sistemato per uso abitativo e passato sotto la proprietà del Sign. Spinetti. Il 10 aprile 1911 una forte scossa di terremoto provocò danni molto gravi alla città di Roma ma il palazzetto ebbe solo bisogno di una ristrutturazione che servì anche per il rinnovo di alcuni vani.
Nel 1912 il palazzo era passato sotto la proprietà del signor Roberto Rasinelli a cui, nel giorno 7 novembre, gli venne data dall’ispettorato edilizio di Roma la licenza per la costruzione di un forno adiacente al cortile interno al palazzo, la copertura dello stesso nel cortile interno e la costruzione del secondo e del terzo piano. I lavori furono eseguiti nel ’13 dal capomastro Cesare Giordani. Il forno in cui viene tuttora cotta la pizza che state mangiando è uno dei più antichi della città eterna e nel 2013 ha compiuto ben 100 anni!!! In seguito il palazzo fu ripartito, e creati ben tre nuovi punti di accesso: il civico 45/46, dove si trova tuttora la Pizzeria Dar Poeta, fu per lunghi anni un’osteria e poi negli anni ’40 un panificio, punto di riferimento all’interno del quartiere soprattutto negli anni della guerra, quando chi lo gestiva erano le donne rimaste sole a gestire casa e figli, e i loro mariti al fronte. Condurre il forno e lavorarci al suo interno era diventato per le donne di Trastevere una solidale unione per non cadere nella solitudine o nella tristezza. Ecco perché a tutt’oggi, come per ricordare quelle donne forti e coraggiose, a servire ai tavoli della Pizzeria Dar Poeta ci sono solitamente ragazze.

IL VICOLO…CON LO SGUARDO ALL’INSU’

Il Vicolo, costruito in una strana forma ad “Y”, è dedicato al falegname Alessandro
detto “Il Bologna” perché bolognese nato nei primi anni del 1500.

Passeggiare attraverso la famosa “Y” con lo sguardo rivolto verso l’alto ci svela un mondo antico tra vita quotidiana e sacralità:
Al n.2 vi è il bando del 12 novembre 1735 di ordine del monsignor presidente delle strade Orsini, con il quale si vieta di gettare immondizie sulle strade.
Al n.7 l’edicola sacra dedicata alla Madonna con cherubini risale al 1700 ed è attribuita ad un anonimo pittore.
Al n.36, proprio davanti alla porta d’entrata della pizzeria, sono murate due tabelle di colombari (tipo di costruzioni funerarie) del I secolo d.C. con scritte in latino in cui si ricordano i defunti Emilio e Valeria Peloride.
L’edificio al n. 37 è del ‘500 e sopra il portone bugnato c’è un’edicola sacra raffigurante la Madonna.
Al n.40, a pochi passi dalla pizzeria andando verso Piazza della Scala, vi è un’edicola della Madonna Addolorata del XVIII secolo con la scritta MARIA, MATER GRATIAE, ORA PRO NOBIS. Quest’edicola è famosa perché davvero molto “chiacchierata”: nell’anno 1796, infatti, in molti dissero di averla vista muovere gli occhi…
Al n.53 sul piccolo edificio a forma di torre si vede ancora un antico fregio e lo stemma degli Aversi di Trastevere, antica famiglia nobile con dimora nella vicina Piazza de’ Renzi.
ED ORA NON RIMANE ALTRO CHE GUSTARE LA FAMOSA PIZZA FIRMATA “DAR POETA”…
UN PEZZO DI STORIA ROMANA RACCHIUSA NEI COLORI E NEI SAPORI DELLA NOSTRA PIZZA!

Giuseppe Gioacchino Belli, il Poeta

La pizzeria “Dar Poeta” è dedicata al grande poeta romanesco Giuseppe Gioachino Belli che nel corso della sua vita si è dedicato a raccontare attraverso i suoi celebri sonetti la pura romanità, quella del popolo, quella sboccata, disincantata e spesso furbetta, ma che ben descrive la plebe degli anni in cui è vissuto, quelli cioè tra la fine del 1700 e la metà del 1800. Ed era proprio Trastevere che per secoli fu abitata dai popolani romani e per questo che in quell’ormai lontano 7 aprile 1995 apparve un vero onore dedicare queste mura ad uno dei più grandi poeti di Roma che meglio hanno raccontato queste genti e questo quartiere.

Per omaggiarlo maggiormente sui muri della pizzeria sono stati riportati alcuni dei più famosi sonetti del Belli che meglio esprimono il suo tagliente realismo, il suo modo di raccontare e descrivere senza limiti e senza cura delle inibizioni “morali” della letteratura ufficiale dei tempi.”

Trastevere

Dar Poeta – Vicolo del Bologna

Vicolo del bologna 45 – Trastevere – 00153 Roma (RM)

Tel. +39.06.58.80.516

Per informazioni:
Email: marco@darpoeta.com

Per consigli, proposte e curiosità:
Email: marco@darpoeta.com

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